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    Intervista esclusiva a Iskra Menarini

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    Intervista esclusiva a Iskra Menarini che abbiamo incontrato per voi prima di un concerto a Palena (Ch).

     

    So che iniziasti la carriera cantando brani Rock e Hard Rock, oggi invece si preferisce avvicinarsi al mondo musicale attraverso i talent show. Cosa consiglieresti a chi vuole iniziare ad affacciarsi a questa realtà?

    Io consiglio di assecondare tutto  ciò che vede e passa per la sua mente e il suo cuore. Siamo talmente diversi uno dall’altro che se comincio a pensare a cosa serve  tale diversità alla fine  diventiamo tutti uguali. Secondo me, invece,  la forza della musica è cercare di essere sé stessi, anche nell’errore;  serve per imparare come nella vita. Sono stata 24 anni con la band di Lucio Dalla, ho imparato queste cose,  anche venendo da un altro mondo, un po’ Rock e un po’ Soul.

    Quando lo incontrai in una chiesetta lui mi disse “io non sto cercando una corista”.

    Io non sono una corista, l’ho conosciuto quando avevo quarant’anni, avevo fatto tanta di quella musica e il problema era che non ero un nome celebre. Oggi dico che  comunque sono stata una delle prime donne a  cantare il Rock, quello vero , quello nei locali.

    Lucio, infatti,  era una sorta di talent scout, aveva anche una sua etichetta…

    Assolutamente sì, e quindi mi sono ritrovata in un mondo particolare, è stato un incastro, io gli ho detto : “ma perché no? Io sono una persona molto curiosa, amo la natura, quanto te. Secondo me anche la musica, tutta l’arte è legata al nostro pianeta, capisci? Tutto… I colori, la pittura…”.

    E così quando ho conosciuto Lucio ho detto a me stessa: “è un grande personaggio” , poi ho imparato che era anche un genio e che non era solo un personaggio… Era geniale, intelligente, ironico… Quindi affermo che lui mi ha insegnato molto. Mi diceva sempre “cerca di non cambiare perché la gente fa già fatica a ricordare chi è, pensa se può ricordare chi sei tu in mezzo alla gente”.  Mi diceva anche: “non cercare la perfezione, non è così… Sono gli altri che ti daranno il via quando tu colpirai il loro cuore”.

    Anche perché la perfezione non esiste…

    Pensa che a volte vado a sentire una mia registrazione anche quando faccio i miei concerti .

    All’inizio per me è stato un salto veramente non facile, avevo quasi vergogna a cantare le sue canzoni. Spesso mi chiedevo  “cosa sto facendo?” perché magari avevo sbagliato qualcosa, non ero intonatissima, anche per il  timore reverenziale e per  la paura. Era logico e giusto, io là davanti ad un passo dietro lui.

    Ero davanti ma stiamo parlando di quarant’anni fa, quando cantavi il rock e non si capiva neanche quello che dicevi… Quindi per me è stata quasi una scommessa. In un sogno, dopo la sua morte,  mi disse quando se n’è andato e io non c’ero perché ho avuto un problema con mio figlio…

     

    Intendi durante l’ultimo tour, vero?

    Sì, ho fatto una parte del tour e la serata a Nolantola con Francesco De Gregori e lui mi disse: “Ti lascio una bicicletta… I pedali dovrai metterli tu” e da lì ho detto “forse devo andare avanti con la sua musica”e anche con la mia però… E così è stata tutta  una scommessa … Lui ha fatto talmente tanto per me che non lo dimenticherò mai

     

    Jazz, Soul, Blues, Metal, Pop, Rock… Quale genere musicale prediligi?

    Diciamo che sono  curiosa e affascinata dalla musica, perché  o ti affascina o cadi dentro qualcosa che fanno tutti; ciò mi mette  alla prova, è come uno che scrive una poesia e poi il giorno dopo invece di parlare degli angeli parla del diavolo. E’ difficile dire quale genere di musica mi piace. Forse  il Jazz è un linguaggio molto faticoso anche in Italia. In estate  vanno tutti brani perché, giustamente, si balla.

    L’inverno si cambia tutta la storia, eppure l’artista è sempre lo stesso personaggio, col suo stile e il suo repertorio. Amo la musica un po’ particolare, specie quella etnica. Il mio papà è nato a Parigi, quindi in me c’è  qualcosa di esterofilo: questi capelli, questi berretti che porto, anche quando ero con Lucio, evidenzia un aspetto di me che mi porta a non essere la donna classica.

    Comprendo, perciò, che per un uomo  che mi deve stare vicino come mio marito forse è un po’ difficile; comunque è meglio essere sé stessi che fingere di essere quello che non sei.

     

    Più di due decenni nella band di Lucio, ci puoi raccontare un aneddoto su di lui?

    Io penso di essere stata come una sorella. Quando  finivano i concerti io spesso gli mandavo un messaggio e gli dicevo: “Lucio mi hai fatto venire i brividi stasera in quel brano” e lui mi rispondeva “ma sai che sei l’unica che mi dice questo? Pensano che a Lucio Dalla non piacciono i complimenti”. Questa cosa mi sembrava anormale… A  volte mi chiamava alle tre di notte. Ho scritto un brano che uscirà con un video con un cartone animato che si chiama “L’uomo infinito” e che parla appunto di lui.

    Chissà quante volte mi hai chiamato di notte,  per amore o per affetto e mi diceva: “stai dormendo?” (perché lui dormiva pochissimo).

    Non ho lavorato solo con lui, però è stato e resterà  unico… Ho lavorato con tanti perché c’era lui: con Ron, Morandi nel tour Dalla-Morandi, ho visto loro due insieme.

    Potrei scrivere un libro, penso che lo venderei  a  tanti soprattutto per l’eventuale contenuto. La convivenza artistica con Lucio è stata anche faticosa, perché era una persona molto particolare, aveva sempre bisogno  della corte, della sua famiglia, quindi tante volte mi sgridava, anche con parolacce, poi, alla fine della serata  mi chiamava e mi diceva: “scusami sai…”.

     

    Quando si sta in una band però è normale che accada ciò…

    Ce ne sarebbero di cose da raccontare su Lucio. In particolare la sua dolcezza che nascondeva e che riuscivo sempre a scoprire.

    Io sono una persona molto dolce, mi chiedeva spesso della mia famiglia. Secondo me questa cosa della famiglia gli mancava, ha cercato sempre di fare una famiglia… Non posso raccontare tutto, perché sai, 24 anni passati insieme sono tanti.

    Intervista esclusiva a Iskra Menarini – seconda parte

    Oggi sei qui a Palena con un progetto che rende omaggio al suo genio. Qual è secondo te il suo pezzo migliore e perchè?

    Stella di Mare”, “Felicità”,  “Ciao”, “Attenti al Lupo”, “Cara”, “Anna e Marco”…  Ha scritto dei capolavori, siamo sempre lì che ci giriamo attorno…

     

    Quindi non ne hai uno preferito…

    No, ma io apro questo concerto con “Felicità”. Poi secondo me ha scritto “Caruso” pensando alla sua vita. In “te vojo bene assaje” sta dicendo qualcosa e poi, potenza della lirica, ogni dramma è un falso. Lucio parla molto della morte e quindi secondo me ha scritto pensando anche a qualcosa di sé stesso non solo a chi sai. Questo pezzo è stato scritto proprio dentro la stanza in cui ha dormito Caruso. Quindi secondo me c’era anche Lucio Dalla dentro quel Caruso

     

    Che ricordi hai invece della tua esperienza nell’opera Rock “Giulio Cesare” di Jimmy Villotti?

    Ero l’unica donna… Io mi trovo sempre ad essere l’unica donna, non è facile essere donna e dirigere un gruppo;  è difficile anche farsi voler bene, perché gli uomini affermano che sono le donne a fare  comunella; invece, in quest’ultimo periodo,  ho imparato, avendo due gruppi, che la comunella non è voluta da me ma spesso sono gli altri a provocarla. Spesso sono costretta a  lottare per farmi largo e farmi notare, non per egoismo o per dire chi sono io; al contrario, amo l’aggregazione.

    Anche questa  sera ascolterai che cantiamo molti pezzi insieme, non esiste una  prima donna, non è così…

     

    Torneresti a Sanremo?

    Lucio mi ha fatto cantare in tutti i paesi del mondo,  ed è per questo che  mi stai intervistando, altrimenti potrei essere una che canta Lucio e basta…

    Lui ha fatto in modo che la gente mi conoscesse. Non so quindi se tornare a Sanremo, perché  non ho mai avuto vergogna a cantare in tutto il mondo davanti a pubblico di diversa estrazione e gusto.  A Sanremo quando ti si apre quello sportellone lì, piano piano le gambe cominciano a tremare, non sai quando sei giù che cosa succederà… All’inizio ci si sente un po’ insicuri.

     

    Beh con un miliardo di telespettatori in contemporanea…

    E’ questo il problema, quindi viene fuori o tutta la tua timidezza , o la tua arroganza o la tua paura. E’ un insieme di tante componenti. Ti posso garantire che non sono solo io che ho avuto questi sentimenti. Comunque  con  un bel coro, forse sì, mi piacerebbe,  con un brano meno impegnativo di “E’ stato quasi amore” che non era così semplice.

    Preciso che,  fatto da Lucio che mi continuava a dire: “canta qui, canta là, canta sopra, sotto” era comunque un bellissimo brano… Per me è stata una bellissima esperienza, tanta promozione; è chiaro poi che il sogno è finito lì, perché sono partita per una tournèe con Lucio, non lo avrei mai lasciato…

     

    Progetti futuri?

    Ho rimesso in piedi un disco, poi metterò due brani inediti, “L’uomo infinito” e un altro che sto scrivendo. Ho dei progetti all’estero, ho tanti eventi anche per il Bambin Gesù stiamo guardando con tanti amici di poter  fare una bellissima cosa. Il progetto più grande è mio figlio che vive con un donatore… Questo è il progetto più grande che ho avuto dalla vita e quindi ho scritto un brano che si chiama “E’ capovolto il mio destino” dove poi ho avuto tanti artisti che si sono aggregati con me. Sapere che mio figlio ha avuto un tumore e adesso vive con un midollo che il donatore gli ha regalato, per me è già una conquista. Tutto il resto è un regalo.

     

    L’Intervista esclusiva a Iskra Menarini si conclude con: Un saluto per i nostri lettori…

    Io vi saluto lettori di Webmagazine24, ciao da Iskra!

     

    Per questa intervista esclusiva a Iskra Menarini si ringraziano di cuore il comitato feste di Palena (Ch) e Stefano Fucili per la preziosa e fondamentale collaborazione.

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    Le foto dell’articolo Intervista esclusiva a Iskra Menarini, sono state scattate dall’autore durante il già menzionato concerto a Palena (Ch).

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