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    Intervista esclusiva a Fugue, Rock band italiana

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    Intervista esclusiva alla Rock band italiana Fugue, nata nel 2019 ma che ha già impressionato pubblico e critica. Al loro attivo anche un album, “The Spoils Of War”, uscito alcuni mesi fa su Agoge Records.

    Ne abbiamo parlato con il gruppo.

     

    Intervista esclusiva alla Rock band italiana Fugue

    Fugue in italiano vuol dire fuga… Mi torna in mente “L’arte della fuga” di Bach, il più grande compositore di sempre… Il nome può tuttavia significare e indicare tante cose. Vorrei pertanto sapere perché lo avete scelto…

    (Risponde Luke Corso, chitarrista e cantante della band) Il nome Fugue è stato scelto in primis perché la musica per noi è una fuga dalla vita di tutti giorni, un rifugio dove ci sentiamo bene e poi perché all’epoca prima di iniziare il nostro primo disco avevo un altro gruppo. I Fugue in realtà erano un side project che poi è diventato il mio progetto principale.

    In voi noto molte influenze (Led Zeppelin, Alice in Chains, Soundgarden)… Insomma un vero e proprio viaggio musicale fra anni 70 e 2000… Come riuscite a fare coesistere epoche e generi diversi nella vostra musica?

    Penso che sia grazie a tanti anni di ascolto e tanti brani scartati (di solito solo il 50% dei brani scritti vengono registrati). Questo ci dà la possibilità di essere selettivi sulla scelta di brani che rendiamo pubblici. Sicuramente sono però sempre molto tendenti  alla sonorità Rock anni novanta che poi di conseguenza ha preso tanti spunti dal Rock dei settanta.

    Una cosa piuttosto insolita nelle vostre canzoni sono i titoli brevi… Sempre una parola o al massimo due… Come mai questa scelta?

    I nomi dei brani sono brevi per dare voce principalmente ai testi all’interno del brano che forniscono un elemento di sorpresa all’ascoltatore.

    L’intervista – Parte 2

    Quanto varia negli arrangiamenti durante i vostri live?

    Per questo disco i brani sono stati scritti e registrati nel giro di tre mesi. L’obiettivo era di catturare ancora l’energia al momento della loro nascita. I brani nuovi e freschi vanno suonati con più passione, purezza e energia. Questo era il pensiero dietro.

    Attualmente se ne sentono di tutti i colori sul futuro dei concerti, persino di un pubblico chiuso in un’automobile come nei vecchi drive-in… Qual è la vostra posizione a riguardo?

    Durante i nostri live cerchiamo sempre di onorare l’energia che si è creata in quel breve periodo di registrazione. Il nostro obiettivo dal vivo è sempre di essere un gruppo pieno di vita e di catturare l’attenzione del pubblico dalla prima all’ultima nota, la nostra scaletta cambia infatti per ogni live.

    Se la situazione continua così, penso che andare a vedere un concerto in macchina è meglio dello stare a casa. Di certo dal punto di vista dei musicisti dà la possibilità di salire di nuovo su un palco e suonare, che è meglio di stare chiusi in casa e fare musica in streaming.

    Con chi vi piacerebbe collaborare?

    A livello di collaborazioni cerchiamo sempre gruppi con passione per il Rock, in particolare per quello degli anni novanta.

    Ascoltando “Air” e “Hungry Sea” sembra quasi di scorgere un altro aspetto della band… A queste due canzoni seguono poi altre due in cui si torna a respirare aria di Mudhoney ad esempio… Sembra quasi che volevate allontanarvi da tutto il resto… Voi cosa ne pensate a riguardo?

    Si sicuramente c’è un distacco in quei brani più “seduti”. E’ per dare un respiro all’ascoltatore e cambiare emozione durante l’ascolto. Ci siamo infatti impegnati a creare un disco che si può sentire dall’inizio alla fine senza spazi morti.

    Conclusioni

    Progetti futuri?

    Sì, abbiamo appena finito un nuovo gruppo di brani destinati a un secondo disco, speriamo di uscire presto, per suonare e registrare di nuovo.

    Un saluto ai nostri lettori?

    Salutiamo i nostri fan e tutti coloro che stanno leggendo, con la promessa di regalare ancora tanta buona musica.

     

    Fugue:

    Luke Corso: chitarra e voce

    Anna Bach: basso

    Alessandro Inolti: batteria

     

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    Le foto incluse nell’intervista esclusiva ai Fugue sono state gentilmente fornite dal gruppo

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