Giuseppe Novelli e il video vincitore del Biella Festival, “Alti e colorati”.
Primo classificato nella sezione dei video all’ultima edizione del Biella Festival. “Alti e colorati” però non è solo un bellissimo video diretto da Simone Danieli in cui la sfacciata irrealtà delle proprie visioni diviene vita quotidiana, colorata, alta nelle più alte aspirazioni di un bambino. “Alti e colorati” è anche il singolo che da il titolo e che apre la promozione del nuovo disco di Giuseppe Novelli edito da INTERBEAT Records. Cantautore e medico marchigiano, devoto e debitore alla sua terra che celebra anche con questa clip ufficiale girata a Grottammare. Canzone pop d’autore, musica di belle dimensioni, sensazioni pulite che scivolano senza la paura di inciampare verso stilemi fintamente innovativi. Sceglie la classica voce di una scuola pop d’autore dalle sfumature Rock leggere, quella che ha tanto contaminato un’intera generazione. E noi lo mandiamo in onda non prima d’aver rubato qualche buona chiave di lettura dalla stessa voce di Giuseppe Novelli.
Giuseppe Novelli e il video vincitore del Biella Festival
“Alti e colorati”. Lo hanno definito un bel disco di Pop d’autore. Tu che ne pensi?
Penso che fare il Pop d’autore non sia facile, che si tratti di una prova di equilibrio tra il cantautorato classico (che su di me ha un ascendente fortissimo!!!) e quello Rock. Quindi questa definizione mi suona come un apprezzamento, mi piace molto!
Il video della title track del disco ha vinto il primo premio al Bielle Festival. Come nasce?
Il video nasce dall’esigenza di rappresentare, senza essere didascalici, lo svolgimento del testo di “Alti e Colorati”. È un testo in cui il narratore dapprima racconta una vicenda attraverso la citazione di frasi di un’altra persona e poi esprime un commento personale sulla vicenda. Raffigurare quest’alternanza con un video ha rafforzato il brano.
Sono felice che al Biella Festival se ne siano accorti ed abbiano riconosciuto lo sforzo. Parla di coltivare i sogni “Alti e Colorati”, di far vivere nella quotidianità quelle spinte artistiche che abbiamo sovente e parla di accoglienza, di imparare a riconoscere l’altro , il diverso e di mettersi in relazione con lui.
Chissà quanti te l’hanno chiesto: inglese o italiano? Perché non ci sembra tanto lontana come dimensione per te quella straniera…
Questa è una domanda difficile… non credo proprio di voler scegliere tra le due lingue, hanno una fonetica molto diversa e insieme coprono un ventaglio molto ampio di possibilità melodiche. Sono molto legato all’inglese per via di esperienze personali e per ascolti musicali ed è la lingua Pop-Rock per antonomasia ma l’italiano è ricchissimo e poi è la mia lingua madre.
E anche nei suoni hai cercato, come dire, l’America?
Con i ragazzi della mia band abbiamo condiviso l’esigenza di produrre suoni più “aperti” ed internazionali, quasi immediatamente, quest’album in un certo senso è stato quello della maturità, della consapevolezza che si può osare senza avere paura.
E parlaci anche della copertina… I colori sono importanti…
È stata prodotta da un’artista fantastica, la disegnatrice Maria Pia Erice, che ha prodotto anche la copertina del disco precedente, “Aberdeen”. Maria Pia riesce con i colori ed il tratteggio a valorizzare i brani con la semplicità di una bambina sognatrice (le mongolfiere) e la tecnica di un’artista non comune.
Da medico prima ancora che da cantautore: quanto è importante sognare?
Sognare vuol dire darsi da fare per realizzare un desiderio, vuol dire mettere un paletto alle utopie e dare senso a ciò che può e deve avere un fondamento dinamico. Lavorare per raggiungere un obiettivo è già sognare. I sogni sono lo stimolo per le nostre intelligenze, che altrimenti rimarrebbero ferme e contemplative, ci renderebbero inutili presenze statiche.
https://www.youtube.com/watch?v=CO8x4wpRdwo
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